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Quando e perché intraprendere una di terapia coppia

Quando e perché intraprendere una di terapia coppia

Nella fase dell'innamoramento, si può vivere una sorta di estasi dovuta al fatto di sentirsi finalmente riconosciuti e amati per quello che si è.

È un'esperienza rivoluzionaria perché sembra che l'altro ci ami senza condizioni, un amore che neanche i genitori prima di allora ci avevano accordato. Diciamo la verità, non è inconsueto che i genitori proiettino vissuti e conflitti irrisolti sui figli, non è una cosa intenzionale e fatta in malafede, succede, per il semplice fatto di essere quello che si è, di avere convinzioni, schemi, modalità relazionali che in qualche modo condizionano noi e chi ci sta intorno se non vengono messi in discussione.

E così i figli, nella maggioranza dei casi, sentono che in qualche modo devono aderire al modello proposto dalla famiglia, pena fare i conti con sensi di colpa e di tradimento.

Crescere forse vuol dire proprio emanciparsi da tutto ciò, ma non è questo l'argomento del mio articolo.

Quindi immaginate la gioia di un amore che non ci chiede condizioni, non giudica e ci fa sentire di poter essere ciò che siamo. Tutto il resto, difetti, divergenze di opinioni e di progetti, tutto, può passare in secondo piano.

Dopo un po' di tempo però, ognuno dei membri della coppia, chi prima chi dopo, mette in atto "un istinto", “un’intenzione", che è  propria dell'essere vivente, di affermare se stesso e la propria configurazione storica a prescindere dall'altro, verso il quale si può anche provare fastidio perché intanto prova anch'esso ad affermare se stesso e ad imporsi per quello che è e con le modalità che gli sono proprie.

Differenze, idiosincrasie, caratteristiche personali che prima facevano sorridere o non venivano calcolate, diventano oggetto di feroci litigate.

Ognuno vuole difendere se stesso e il proprio territorio e incontrare l'altro diventa difficile. Possono esserci delle tregue, per ripristinare il contatto e contenere la paura di perdersi, ma sembra non esserci una reale soluzione delle difficoltà. È tutto un aut-aut interiore.

Il dilemma è: "come posso essere me stesso e contemporaneamente stare con lui/lei?"

Alcuni, molti in realtà, trovano risposta nell'annullamento di sé: ti accontento così non creo conflitti. Soluzione dalla durata variabile e che non permette un reale incontro con il partner.

Le cose possono realmente migliorare solo se faccio un salto qualitativo e percepisco la coppia e il partner non come un limite ma come un potente stimolo al mio stesso divenire.

La terapia può avere un ruolo fondamentale nello stimolare questo passaggio, nel quale la consapevolezza e l'accettazione del punto di vista proprio e dell'altro, sono gli unici strumenti possibili per dare valore al rapporto e risignificarlo come momento di arricchimento e mezzo fondamentale del proprio divenire.

Invece di rinunciare alla coppia, troppo spesso in nome di uno sterile individualismo e di un’impellente urgenza all'affermazione di sé, possiamo provare a chiederci: "l'amore può durare?
La mia risposta è questa:

Sì l'amore può durare se si abbandonano:

  • l'idealizzazione
  • un'idea rigida di come devono essere le cose 
  • le barriere mentali definite dalla cultura 

Soprattutto può durare se ci si mette in un'ottica di processualità e, attraverso l'intimità, permettiamo l'apertura di una finestra sul nostro "dentro".
In poche parole dura quando stare con l'altro è strumento di crescita e consapevolezza.


Dr.ssa Francesca Pannone
Psicologa e Psicoterapeuta a Latina


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