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Il vuoto e la solitudine nei momenti di cambiamento

Lungo la strada del cambiamento, a mano a mano che la persona fa i conti con una maggiore Presenza a se stessa, è inevitabile fare i conti con sentimenti di vuoto e solitudine.

Il vuoto accompagna il senso di perdita dell'identità precedente e della sicurezza ad esso collegata.

La solitudine è scoperta di una inevitabile condizione esistenziale, conseguenza dell'accesso ad una nuova qualità dell' esperienza.

Ma non è solitudine intesa come abbandono, è "la solitudine come scoperta della propria creatività" (M. Minolli, 2015, p. 205) È affrontare la vita partendo da se stessi, con la tranquillità di potercela fare in qualche modo.

Amo questa immagine con la quale Michele Minolli descrive questo tipo di solitudine nel suo libro "Essere e divenire":

"Nel mare della vita, prima o dopo, si esce dal porto sicuro e tranquillo e si sente l'esigenza di andare al largo. Solo sull'imbarcazione a sfidare il vento e le onde attingendo dentro al proprio cuore la forza e il coraggio. Quando la terra sfuma all'orizzonte e il sole risplende sulla testa e attorno non si vede che acqua, allora si è solo di una solitudine che scalda il cuore. Una solitudine che permea tutto l'essere e che esula dal pensiero e dalla parola. Una solitudine che permette l'emergere di un amore pulito per l'altro" (M. Minolli, 2015, p. 204-205).

Solo attraversando questi vissuti si può accedere ad un altra qualità di vita, dove non c'è spazio per delega e dipendenza dall' altro, ma c'è spazio per apertura e confronto con l'altro, un altro che ormai possiamo amare perché siamo in grado di coglierci e amare noi stessi.

Bibliografia
(M. Minolli, Essere e divenire 2015) 


Dr.ssa Francesca Pannone
Psicologa e Psicoterapeuta a Latina


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